Capodanno a Morelia. Semplice, allegro, umile, degno, energetico.
Ci diamo appuntamento alle 11.30 per prendere uno dei tanti mezzi che ci dovrebbe portare al Caracol numero 4, Torbellino de nuestra palabra. La road map ci dovrebbe portare prima ad Altamirano poi a Morelia. Aspettiamo al terminale dei taxi 40 minuti, ne passa uno. In 3 lo prendono. Aspettiamo ancora un ora e 20 ma non si vede nessun mezzo. Cosi’ capita che compas messicani facciano una trattiva serrata che porta un combi, beh il suo autista, a portarci con 80 pesos direttamente al Carocol.
Il problema e’ che i primi 3 che si erano mossi ci aspettano ad Altamirano. Gli mandiamo un sms ma non ci risponderanno mai.
Arriviamo a Morelia e cerchiamo di capire se i primi 3 sono li. Mentre ci registriamo gli vediamo e ci rilassiamo. Superiamo la fase del registro e andiamo dalla Giunta di Buon Governo a spiegare il perche’ siamo li. Gli raccontiamo che vorremmo festeggiare con loro il cambio di anno e i 20 anni del levantamiento. Ci accolgono a braccia aperte, si scusano se non hanno un posto super accogliente dove ospitarci e se potranno offrirci solo pasti umili.
Come sempre l’umilita’ e la dignita’ con cui si pongono sono sconcertanti e mettono fortemente in imbarazzo. La festa inizia veramente quando passo da parte al campo da basket e chiedo ai compas di giocare. Bene mi chiedono di formare una squadra di solidali per sfidare una delle squadre locali.
La formiamo. 3 argenti, 1 messicano e 1 italiano. Giochiamo e vinciamo. Da li a poco inizano i festeggiamenti ufficiali. Abbiamo scelto Morelia perche’ non volevamo incontrare troppi internazionali, cosi ci perdiamo il discorso della comandante Hortensia ad Oventik che e’ il caracol piu’ vicino a San Cristobal e quindi a piu’ alta presenza non indigena.
I festeggiamenti iniziano con uno sketch comico di un compagno zapatista che chiude il tutto cantando una nota canzone sudamericana “Lo pido en dios”. Durante il discorso della Giunta del Buen Governo inizia un diluvio che accompagnera’ la festa fino al mattino seguente. Forse e’ proprio vero che fa freddo come 20 anni fa, cosi’ dicono, certamente io non lo so.
A dire il vero alle 22.00 circa praticamente tutta la banda italiana va in amaca a riposare aspettando la mezzanotte. Qualcuno si addormenta tra cui Abo, altri sgranocchiano pannocchie, altri fumano sigarette, fatto sta che a mezzanotte sfidiamo freddo e acqua e andiamo a festeggiare e ballare fino a quando le forze non ci abbandoneranno.
Un bel capodanno, semplice, allegro, pieno di energia e di tranquillita’. La scelta delle compagne e dei compagni zapatisti di mettere al centro il lavoro delle comunita’ piuttosto che l’appeal del Sup Marcos e della comandancia general dell’EZLN e’ coraggiosa e va in continuita’ con gli ultimi anni. Hortensia a parte in altri Caracoles si sono visti alcuni comandanti che pero’ hanno tenuto profili sempre molto bassi.
Felici la mattina dopo ci alziamo, ma questo e’ un racconto che ha gia’ fatto Abo http://20zln.noblogs.org/quanto-pesa-il-primo-di-gennaio/ e quindi qui mi fermo.
Buon anno a tutt@ e soprattutto altri 30 anni di feste per l’EZLN!!