10 maggio: in Messico è festa della mamma e giornata di lotta.

Il 10 maggio in Messico è “festa della mamma”. La seconda festa per importanza dopo il Natale. Così a San Cristobal de Las Casas molti negozi sono chiusi, assieme all’università, e agli uffici. Una cosa per una città che travolta dal turismo non si concede giorni di pausa, se non qualche domenica e il giorno di Natale per l’appunto.

madres

In un paese attraversato da violenza di genere e femminicidi costanti è una cosa strana. Forse una nuova conferma delle contraddizioni di cui il Messico si nutre e nutre chi li attraversa e si da la pazienza di viverselo.

I movimenti femministi e contro le violenze di genere crescono nel paese. L’urgenza e drammaticità della situazione sta muovendo risposte, studi e iniziative. Il 24 aprile a Città del Messico si è svolta una grande manifestazione contro la violenza sulle donne. Nelle università si finanziano ricerche e studi. La società affronta il problema.

Per capire quanto la questioni qui sia pubblica basta pensare che la metropolitana di Città del Messico, già da diversi anni, ha zone e vagoni dedicati solo alle donne. Certo non è una soluzione. Ma si potrebbe vivere come ammissione pubblica di un problema, a cui non si sa ( o non si vuole davvero) dare una risposta.

La festa della mamma, o meglio il giorno della mamma, si è iniziato a festeggiare nel 1911. La festa si interruppe fino al 1922 quando su pressione dei movimenti femministi della rivoluzione non fu reintrodotta.

Così la festa della mamma ha visto la capitale del Messico attraversata da un grande corteo di donne, di madri, di mamme di desaparecidos. Vestite di bianco. Con cartelli che riportano il nome della figlia o figlio e la richiesta di verità e giustizia. Vogliono sapere dove sono, dove sono spariti, se sono vivi e sono morti. Tra loro ci sono le mamme dei 43 desaparecidos di Ayotzinapa. Per il quinto 10 maggio consecutivo la Marcha de la dignidad nacional: madres buscando a sus hijos e hijas, y buscando verdad y justicia. Migliaia di persone hanno accompagnato le donne in lotta.
E non solo a Città del Messico: a Xalapa in Veracruz, in Chihuahua, parenti di 1870 desaparecidos hanno realizzato cortei a Città Juarez e nel municipio di Cuahtemoc, ricordando che la sparizione forzata è un delitto di lesa umanità. E così anche in Morelos, in Michoacan e in Jalisco.

Cifre ufficiali parlano di 27mila desaparecidos nel paese. Secondo associazioni e organizzazioni che lavorano sul tema dei diritti umani questa cifra potrebbe raddoppiare se si attuasse un nuovo conto.

“Stiamo vivendo una guerra in cui non vogliamo stare. Penso che per chi comanda cambiare la legge sulle sparizioni forzate e includere i nostri casi sarebbe come accettare il problema e che sono proprio loro i colpevoli di quello che succede” Ha dichiarato Araceli, fondatrice della Prima Brigata Nazionale di Ricerca di Persona Scomparse in Messico, a Desinformemonos.

Una festa della mamma, importantissima come abbiamo già detto in Messico, che passa tra festeggiamenti e ponti turistici e la lotta di donne e madri contro il governo, contro la guerra dal narcotraffico che diventa azione contro chi vive il paese, e contro la violenza di genere. Nella costruzione di un nuovo modo di fare giustizia, dove le vittime diventano attori e attrici fondamentali nella ricerca della verità. Forse per questo il governo teme i movimenti come quello per la ricerca dei 43 di Ayotzinapa e non permette al Gruppo Indipendente di Esperti Interdisciplinari di continuare le ricerche.