Tra teologia della liberazione e movimento zapatista: il CIDECI

Dove il limite tra realtà e ideologia diventa esperienza di vita ci si scontra con la complessità del reale.

Quando cogli come una delle esperienze più incredibili di autogestione in una città di 200mila abitanti è il frutto del dialogo e del confronto tra una guerriglia armata e la teologia della liberazione crollano le certezze. I margini sicuri dell’ideologia. Oltre ad un prete illuminato. Per anni una diocesi intera schierata al lato di indigeni in rivolta.

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Il CIDECI, centro indigeno di capacitazione integrale, è quel luogo. Uno spazio, che durante la festa per gli 11 anni dell’inaugurazione della nuova sede, ha nella messa e nelle parole di un uomo di chiesa, il centro della cerimonia, normalmente sarebbe uno spazio a me nemico. Invece qui la radicalità non è fatta di parole ma di fatti. Abbandonati i fondi statali nel nome dell’autonomia il progetto dal 1989 si è avvicinato alla diocesi di San Cristobal e soprattutto a Don Samuel Ruiz Garcia, il Tatic per gli zapatisti. Dopo la cacciata di Ruiz, obbligato dall chiesa ad andare in pensione al raggiungimento dell’età minima prevista, il progetto si è fatto interamente autonomo, ma nel nome e nella continuità di senso, sempre profondamente legata allo zapatismo e alla teologia della liberazione. Chiesa e movimenti rivoluzionari in una somma magica e unica che dimostra come l’assolutismo ideologico si ferma, e mostra la sua debolezza. Sulle pagine del blog troverete parole che raccontano il CIDECI e non è il caso di aggiungerne altre sul progetto. Ma sulla magia dell’innovativa esperienza che tiene assieme radicalità e spiritualità una riflessione si apre. Chomsky e Wallerstein sono amici e compagni di questo luogo. Qui trova sede l’esperienza in salsa Chiapaneca dell’UniTierra che nasce da un idea di Ivan Ilich.

Nel centro si trova una chiesa che ha ospitato la cerimonia funebre di Andres Aubry.

Qui trovano alloggio e istruzione oltre 300 indigeni, a titolo gratuito.

Qui l’EZLN trova casa per i grandi appuntamenti pubblici.

Qui si parla di anticapitalismo e autonomia, esodo dallo stato e dalla moneta, di lotte di donne, di resistenza e ribellione.

Qui ci sono seminari e presentazioni di libri.

Qui si stampano libri sull’anticapitalismo.

Qui dove lo zapatismo e la teologia della Liberazione si sposano.

Qui è dove capisci perchè la teologia della Liberazione è combattuta dalla chiesa tradizionale, anche da Papa Francesco che quando era arcivescovo di Buenos Aires ha sempre combattuto la dottrina.

Ed è proprio qui, al CIDECI, che ti gira la testa perché vedi la realtà dell’alternativa e le sicurezze delle ideologie vanno a farsi fottere. Vedi una miscela di storie lontane e apparentemente nemiche che si fondono costruendo una qualcosa di magico, potente, diverso, autonomo e autogestito. Sapendo sempre saldamente dove stare: in basso e a sinistra.