La lotta di Ayotzinapa

Si torna da Xochicuatla e prima di andare all’inaugurazione dei tre giorni del primo Festival Mondiale delle Resistenze e Ribellioni contro il Capitalismo di Città del Messico passiamo dalla Cafeteria Ramona per intervistare la delegazione da Ayotzinapa.

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Incontro forte e commuovente.
Una mescola forte tra impegno politico e trasporto emotivo.

Omar ci ricorda che le scuole Normali Rurali sono nate nel 1922, in Michoacan, per alfabetizzare la popolazione ancora analfabeta dopo la rivoluzione messicana. Adesso sono in 17 stati del paese.

Le scuole normali rurali sono la continuazione del percorso rivoluzionario di Zapata e Villa per dare diritti alle popolazioni campesine.

I genitori ci dicono che quello che è successo il 26 settembre non è casuale. I Normalisti stavano andando a Città del Messico per il corteo per il 2 di ottobre. Sono stati fermati perché Normalisti e quindi studenti attivi nelle lotte sociali e anti sistemiche.

Omar, uno dei sopravvissuti, ci ricorda che quella notte non c’era solo la polizia municipale ma anche quella federale. Non solo, in Messico gli unici esperti di “sparizioni organizzate di massa” sono i membri dell’esercito. Quello che emerge senza dubbi è la collusione tra governi, polizia, esercito e narcos.

La delegazione di parenti e genitori di Ayotzinapa parla di Narco-governo. Ci dicono che c’è un rapporto di continuità è collusione tra Nieto, il suo governo e i Narcos. Il sindaco di Iguala ne è rappresentazione ed esempio. Così come la vicenda dei 43 studenti.

Sono convinti che i loro figli siano vivi, sono convinti che il Governo sappia perché “le braccia e le gambe non si muovono se la testa non vuole”.

Sono passati quasi tre mesi da quel tragico 26 settembre, la lotta per il ritrovamento dei 43 non si ferma, ed il 26 di dicembre ci saranno due nuovi cortei: a Città del Messico e Iguala.

Il percorso delle scuole Rurali Normali é ancora quello originario. La repressione contro gli studenti è continua in questi anni, tante scuole sono state chiuse in questi quasi 100 anni di vita. Nel Guerrero, ci ricorda Omar, vengono combattute e attaccate con la scusa di essere spazi di formazione di criminali, rivoluzionari e/o comunisti.

Adesso con il racconto ci fermiamo qui.
A breve usciranno audio e video, poiché l’incontro è stata seguito non solo da 20zln ma da una delegazione di cooperanti italiani presenti al festival.