Carovana, bus, ore, chilometri, pioggia, festival e poi San Cristobal

Ci siamo salutati il 27 dicembre prima di partire alla volta di Campeche, anzi di Candelaria, anzi di Monclova comunità vicino a Candelaria nello stato di Campeche. Quattro giorni di de-tox da internet e da linea telefonica.

La carovana di sette autobus parte da Città del Messico alle 12,00 circa e dopo diverse peripezie i primi quattro bus arrivano dopo 21 ore di viaggio, alle 09.00, mentre gli altri tre arriveranno alle 20.00.

IMG_7335A Monclova si aspettava caldo umido, e le aspettative non vengono disatesse. Però da li a breve inizieranno 24 ore di pioggia un pò inattesa.

La compartizione tra Congresso Nazionale Indigeno, ospiti e gli aderenti alla Sexta Nazionale e internazionale viene più volte interrotta per questo motivo.

Lunedì 29 è il grande giorno dell’intervento di Attitudine No Expo, tra i relatori della Sexta Internacional. Discorso scritto sia per evitare i sicuri errori di un intervento in spagnolo e soprattutto l’emozione. Da giorni si parla di opposizione alle grande opere, allora ribadiamo come esistano anche i grandi eventi e che in tante differenze ci sono anche similitudini tra grandi eventi e grandi opere e che è ora non solo di narrare i tanti no ma di trovare chiavi comuni di opposizione. Sembra piacere. Alcuni collettivi di brasiliani riprendono, vedremo cosa succederà.

La compartizione si chiude con un grande annuncio: la scuola rurale normale di Ayotzinapa cambierà nome in Scuola Nornale Rurale Autonoma e Ribelle Lucio Cabana.
Se leggiamo tra le righe di questo nome scelto vediamo con chiarezza come ci sia un forte rimando alla lotta Zapatista. Ovvero si mutua la denominazione dei municipi autonomi ribelli zapatisti e si applica alla scuola che ha subito l’attacco di stato costato per ora sei morti e 43 ragazzi scomparsi.

Oltre il lato simbolico saranno le prossime ore a dirci cosa questo significherà dal punto di vista materiale.

Oramai ha smesso di piovere, il tempo di cenare e ridere e scherzare in piazza con una banda di carovanisti mista tra italiani, spagnoli, baschi, e tedeschi e poi ci si prepara ad andare a dormire. Peccato che davanti alla scuola dove siamo di stanza inizia un dialogo molto interessante con i compagni del Fronte Popolare Francisco Villa Indipedente su centri sociali, occupazioni, concerti, consumo e uso sociale della droga. Si fanno le 4, alle 5 si riparte in carovana. Direzione San Cristobal. Il viaggio è teoricamente di 10 ore. La carovana tra blocchi stradali, pause, pranzi, problemi, e tante cosine arriva nella vecchia capitale del Chiapas alle 3 e 30 del mattino, 22 ore di viaggio.

Le carovane qui in Messico sono prove di resistenza fisica e mentale, come sempre mi sorprendo della rilassatezza con cui affronto i tempi morti qui. In Italia svalvolerei, qui rido, dormo, scherzo, parlo, soprattutto rido ed era da tanto tempo che non mi usciva così bene.

Stremato arrivo alla Junax, scatto una foto, accendo il fuoco, inizio a scrivere, faccio una corrispondenza con Radio Onda d’Urto, provo a finire di scrivere. Tra qualche ora si va ad Oventic a festeggiare 21 anni di lotta Zapatista, 21 anni, non si scherza.

Per chi leggerà quando leggerà buon anno, finirlo ed iniziarlo così è proprio bello, anche se un pensiero va a Milano, in via Cancano 5 alle compagne e ai compagni di Soy Mendel, perchè sarebbe stato bello far capodanno con loro. Chissà l’anno prossimo lo faremo assieme, qui in Messico o li a Milano, intanto ci penso.