Di Geraldina Colotti tratto da http://ilmanifesto.info/gli-zapatisti-si-candidano-alla-presidenza/
Gli zapatisti in parlamento? Non è ancora cosa fatta, ma alle presidenziali messicane del 2018 potrebbe esserci una candidata indigena indipendente, indicata dall’Esercito Zapatista de Liberación Nacional (Ezln) e dal Congreso Nacional Indígena (Cni). La proposta è in marcia. In un comunicato congiunto, redatto dopo l’incontro effettuato a San Cristóbal de las Casas (Chiapas) dal 10 al 13 ottobre, le due organizzazioni si dichiarano «in assemblea permanente» per consultare ogni loro territorio e nominare «un consiglio di governo indigeno», da cui ottenere il nome di una candidata indipendente, che partecipi alla contesa elettorale a nome del Cni e dell’Ezln.
«E’ il tempo della dignità ribelle – dice il comunicato -, di costruire una nuova nazione con e per tutte e tutti, di rafforzare il potere dal basso e la sinistra anticapitalista, di punire i colpevoli per il dolore dei popoli di questo Messico multicolore». Indubbiamente una svolta per entrambe le organizzazioni che, nei loro vent’anni di vita pubblica (22 per gli zapatisti) hanno sempre dichiarato la propria estraneità «al potere» e alle contese elettorali, e suscitato per questo vivaci dibattiti nei movimenti, dentro e fuori l’America latina. Anche in questa occasione, Ezln e Cni ribadiscono: «La nostra lotta non è per il potere, non lo cerchiamo». E invitano «i popoli originari e la società civile» alla resistenza e alla rivolta per costruire «dal basso pace e giustizia».
Una svolta maturata durante il V Congresso nazionale indigeno, in cui – dal 9 al 14 ottobre – hanno discusso oltre 500 rappresentanti delle popolazioni native. Il documento finale enumera i guasti del malgoverno e delle privatizzazioni in ogni territorio, le detenzioni arbitrarie e le scomparse come quelle dei 43 studenti di Ayotzinapa, e dà conto della resistenza delle popolazioni. Tra i comandanti zapatisti presenti, anche Marcos, che oggi si chiama “Subcomandante Insurgente Galeano”: «Dicono che è arrivato il momento di attaccare, di passare all’offensiva», ha dichiarato Marcos. «Mai più un Messico senza di noi», promettono gli zapatisti.
La decisione sta già infiammando il dibattito. Il primo a scendere in campo è stato Manuel Lopez Obrador, leader del partito di sinistra Morena. Obrador, originario di Palenque, in Chiapas, ha il dente avvelenato con gli zapatisti che, nel 2006, gli negarono l’appoggio elettorale. L’alleanza progressista che guidava perse per uno stretto margine di voti contro il Pan di Felipe Calderon, accusato di brogli. E anche nel 2012, quando ha corso per il Prd, Obrador è stato battuto dall’attuale presidente Henrique Pena Nieto: «Rispetto molto la decisione di proporre una candidata indipendente, ma così l’Ezln cerca di dividere nuovamente la sinistra», ha dichiarato il leader di Morena concludendo un’assemblea con circa 3.000 persone, in maggioranza indigeni.