Ad Oventic è stranamente caldo, meglio dire è caldo per essere Oventic il 31 di Dicembre. I classici suoni di marimba e cumbia presto riempiono il palco del Caracol II, e altrettanto presto iniziano i balli in pista delle basi di appoggio zapatiste, e dei tanti solidali accorsi.
Alle 21.30 circa sembra iniziare la cerimonia ufficiale, ma inizierà davvero solo alle 22.30
Sono i genitori e sopravvissuti di Ayotzinapa ad avere la prima fila del palco e i primi interventi dopo l’inno Messicano.
Poi è la volta di un rappresentante del CNI. La lotta di Ayotzinapa è un simbolo mondiale e il congresso nazionale indigeno assume il dolore e la rabbia per i desaparecidos e i morti della Scuola Normale Rurale del Guerrero come propri.
L’intervento spazia nella sua semplicità dialettica ma allo stesso tempo determinata e radicale.
La necessità di pensarsi come un unico soggetto in lotta è la tesi spinta. Unico soggetto capace di unire mondo indigeno e non.
Poi è la volta del Subcomandante Moisés: discorso di oltre 30 minuti, interrotto da un abbraccio a tutti i rappresentanti di Ayotzinapa.
Il sub Moi dice che alcune importanti cose verranno comunicate nei prossimi giorni, importanti perché “semplici”aggiunte.
L’EZLN, per voce del suo capo militare e portavoce, ribadisce la necessità di rispondere al mal governo con l’autonomia, all’ingiustizia con la lotta e ricorda come il vero mandante di quello che accade nel mono sia il capitale e che il ruolo dei governi è quello di marionette.
Molto di più tra le righe invece: la necessità di essere unico soggetto in lotta viene riaccennata parlando di Ayotzinapa, viene fatto intendere anche, a prima vista, che occorre costruire e lavorare in questo senso dentro e oltre al rapporto Ezln – CNI.
Bisogna trovare delle risposte alle domande che le lotte offrono, queste risposte secondo l’EZLN non possono essere date da un singolo, un leader o un capo popolo ma solo dal confronto tra le lotte, le resistenze e le ribellioni. Per di più non esiste una sola risposta alla stessa domanda, ma esistono esperienza e possibilità differenti.
Diverse migliaia di persone in silenzio hanno ascoltato Moisés (a breve la trascrizione del testo sarà disponibile on line) parlare anche del sempre difficile rapporto necessario tra azione e ragionamento. Poi si canta l’inno Zapatista e ci si scambia un abbraccio complice.
Buon compleanno ezln, altri 21 anni di resistenza e ribellione!
Buon 2015, che a volte buono può voler dire anche semplice e non portarsi dietro cambiamenti.