LA SPOLIAZIONE DEI NOSTRI POPOLI
“La terra ci ha visto nascere, ci dà la vita ed in essa infine riposiamo in eterno. Per questo siamo di tutti i colori che siamo, di tutte le lingue che parlano i nostri cuori, per questo siamo popoli, siamo tribù e siamo nazione. Siamo le guardiane ed i guardiani di queste terre, di questo paese, il Messico, di questo continente e del mondo”. (EZLN, agosto 2014)
Alla Sexta Nazionale e Internazionale.
Ai popoli del mondo che resistono e fanno sbocciare ribellioni.
La spoliazione di quello che siamo come popoli originari è il dolore che ci riunisce nello spirito della lotta che oggi commemoriamo nel nostro compagno David Ruíz García, deceduto condividendo il dolore dei fratelli dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale per l’assassinio del compagno Galeano e per essere uno nella nostra storia e nella nostra speranza.
La morte del compagno, che rinasce oggi collettivamente nei 28 popoli, colori e lingue riuniti nel Caracol Zapatista della Realidad, nella condivisione come popoli originari ci suscita la gioia di incontrarci, di saperci vivi come vivi sono i popoli, le lingue, la storia collettiva che si fa memoria, resistenza e conseguenza verso la nostra madre che è la terra che è anch’essa viva ed alla quale dobbiamo tutto.
La nostra lotta è diversa ed il nemico si chiama spoliazione perché è quello che vediamo, moriamo e viviamo tutti i giorni, in maniera collettiva come è il mais, come è il compagno Galeano, come è il compagno David e come sono i nostri fratelli e sorelle alle quali è stata strappata la vita in questa guerra di sterminio.
È diversa questa spoliazione che ha un solo nome, si chiama capitalismo.
Dal princpio il capitalismo è cresciuto sulla SPOLIAZIONE e sullo SFRUTTAMENTO. SPOLIAZIONE e INVASIONE, sono le parole che meglio descrivono quello che chiamarono la conquista dell’America, spoliazione e furto delle nostre terre, dei nostri territori, dei nostri saperi, della nostra cultura. SPOLIAZIONE, accompagnata da guerre, massacri, prigione, morti ed ancora morti che diventano vita collettiva perché noi popoli siamo qui, e continueremo ad esserci.
Dopo la guerra di Indipendenza, la nascita della nuova nazione, la riforma liberale e la dittatura di Díaz, il Messico è nato negando i nostri popoli attraverso costituzioni e leggi che privatizzavano le nostre terre e legittimavano il saccheggio dei nostri territori. Migliaia di nostri fratelli, decine di nostri popoli sono stati sterminati con campagne militari ed il loro esilio di massa.
Nonostante un milione di indigeni e contadini morti durante la rivoluzione, le leggi agrarie varate poi, furono inspirate da Venustiano Carranza e Álvaro Obregón, gli assassini di Emiliano Zapata, col fine di proteggere i latifondi, impedire la restituzione delle terre, acque, aria e monti comunali dei popoli e trasformare la proprietà comunale in ejidal. Cioè, hanno voluto ammazzarci una ed un’altra volta, ammazzarci come popoli ed ammazzarci individualmente. E dopo tanta morte continuiamo ad essere i popoli vivi e collettivi che siamo.
La risposta alla spoliazione e allo sterminio furono la ribellione e la resistenza. Centinaia di ribellioni in Bassa California, Sonora, Chihuahua, Nayarit, Jalisco, Guanajuato, Michoacán, Querétaro, Veracruz, Stato del Messico, San Luis Potosí, Hidalgo, Morelos, Puebla, Guerrero, Oaxaca, Chiapas, Yucatan, Campeche e Quintana Roo, ed in particolare la rivoluzione zapatista; sfidarono la società colonialista, esplose tutte dopo la riforma liberale sfociarono nel movimento armato del 1910 e difesero con le armi il possesso della terra comunale fino ai tempi della riforma agraria e dell’esproprio petrolifero cardenista.
Attualmente i capitalisti neoliberali, con l’appoggio di tutti i partiti politici ed i malgoverni capeggiati dal criminale e capo paramilitare Enrique Peña Nieto, applicano le stesse politiche di spoliazione su grande scala che applicavano i liberali del diciannovesimo secolo, i carranzas o gli obregones, appoggiandosi alla militarizzazione e paramilitarizzazione, assistiti dai servizi segreti statunitensi, in quelle regioni dove le resistenze si oppongono al sopruso.
Come i governi di quei tempi, gli attuali governanti consegnano i nostri territori ed i beni che si dicono della Nazione, alle grandi imprese nazionali e straniere, perseguendo la morte di tutti i popoli del Messico e della nostra madre terra, ma la morte tra i nostri popoli rinasce nella collettività.
Ribadiamo che le nostre radici sono nella terra, e le spoliazioni di cui abbiamo riferito nella Cattedra Tata Juan Chávez Alonso nell’agosto del 2013 sono il nostro dolore e la nostra rabbia; da dove nascono la nostra determinazione e la nostra ribellione. Che sono la nostra lotta irrinunciabile e la nostra stessa vita. Sono spoliazioni ancora tanto vive come allora e che inoltre si sono moltiplicate in nuove forme ed in nuovi luoghi, che diventano lotte e resistenze nelle quali vediamo specchi che si riflettono nello specchio che siamo:
Specchio 1: Sulla costa nahua dello stato di Michoacán, l’ambizione sulle ricchezze naturali è stata motivo, dall’anno di 2009, di 31 omicidi e 5 sparizioni per mano dei Caballeros Templarios che dipendono dalla corruzione nelle strutture del malgoverno, che hanno protetto l’esproprio di terre comunali di presunti piccoli proprietari che a loro volta sono elementi del crimine organizzato della regione, il saccheggio illegale di minerali e legni preziosi per essere esportati da imprese transnazionali cinesi dai porti di Manzanillo e Lázaro Cárdenas amministrati dal malgoverno e dalla sua corruzione che ha lasciato una scia di lutti, di dolore, brutalità di fronte a cui la comunità di Ostula si è rafforzata con la crescente ribellione che gli permette di mantenere la sicurezza e fermare il saccheggio delle sue risorse. Tutto questo mentre i malgoverni non smettono di minacciare di disarticolare il diritto dell’autodifesa indigena imprigionando o ammazzando i leader comunitari, come un avviso di distruzione.
Specchio 2: Il territorio nahua e totonaco del Totonacapan, Veracruz, è distrutto dai fuochi dei gas, dagli sversamenti tossici dai condotti danneggiati che hanno devastato le fonti di acqua della regione. Tutto questo come parte del Proyecto Paleocanal de Chicontepec, ora rinominato Aceites Terciarios del Golfo dove si sfruttano 29 campi petrolieri su una superficie di 3.875 chilometri quadrati, dove si stanno sfruttando 1.500 pozzi petrolieri in 14 province della regione, uccidendo fiumi e ruscelli a causa di centinaia di sversamenti provenienti da 2.220 guasti nelle condutture che si sono verificati dal 2010 ad oggi, con la minaccia di altri 33 mila guasti da riparare, secondo le informazioni della Commissione Nazionale per gli Idrocarburi. Si sono verificate rotture per lo scoppio di dinamite e fratture idrauliche (fracking) in 1.737 pozzi in tutta la zona. In questa stessa area sono state inoltre rilasciate numerose concessioni minerarie che mettono a rischio l’integrità del territorio.
Specchio 3: Il Popolo Wixárika anche se si trova sui confini degli stati di Jalisco, Nayarit e Durango, ha un territorio continuo e la sua organizzazione autonoma è forte ed ancestrale. Oggi affronta attacchi su diversi fronti, dalle antiche invasioni agrarie per le quali è stata ordinata la restituzione delle terre alla comunità di San Sebastián Teponahuaxtlán, ma la restituzione non è avvenuta a causa dei confini non definiti tra gli stati. Il suo territorio è attraversato da strade il cui obiettivo è la sottrazione delle risorse naturali della regione, come nel caso della comunità di Santa Catarina Cuexcomatitlán, che dal 2008 sta bloccando, attraverso forti mobilitazioni, la costruzione della strada Amatitán-Bolaños-Huejuquilla ed attualmente il governo dello stato di Jalisco si rifiuta di riparare i danni causati al suo bosco, alla sua strada comunale ed i suoi luoghi sacri, malgrado la comunità abbia ottenuto sentenze giudiziarie favorevoli.
Nello stato di Durango, la Comunità Wixárika Autonoma di Bancos de San Hipólito continua la sua lunga lotta per il riconoscimento del proprio territorio ancestrale, esercitando l’autonomia come unica via per continuare ad esistere come popolo originario.
Per i nostri popoli il territorio non solo è agrario ma cerimoniale e per il popolo Wixárika il principale dei suoi luoghi sacri si trova nel deserto di Wirikuta, San Luis Potosí, che oltre ad essere minacciato da 5 imprese minerarie che possiedono più di 78 concessioni, viene saccheggiato senza alcuna autorizzazione da risorse quali antimonio, uranio, oro ed argento nelle zone di San José de Coronados e la Presa Santa Gertrudis, nei municipi di Catorce e Charcas.
Specchio 4: Nel municipio di Villa Guerrero, Jalisco, la comunità Autonoma Wixarika-Tepehuana di San Lorenzo de Azqueltán nonostante possieda titolo di proprietà vicereale dall’anno 1733, non è riconosciuta nel suo territorio ed al contrario, si è messa alla mercé di cacicchi e governi la superficie territoriale che è sempre stata sua. La foresta è disboscata, il territorio invaso e distrutti i suoi luoghi sacri, come il Cerro Colotlán, dove il malgoverno ha dato il suo avallo e denaro ai proprietari terrieri perché usino centinaia di pietre cerimoniali come muri di pietra per presunte opere di protezione del suolo. Questo non solo è una spoliazione, ma un genocidio.
Specchio 5: Nell’Istmo di Tehuantepec, dove vivono i popoli Ikoots e Binniza delle comunità di San Mateo del Mar e San Dionisio de Mar, così come il popolo di Juchitán e della colonia Álvaro Obregón, le imprese Endesa, Iberdrola, Gamesa ed Unión Fenosa Gas Natural Fenosa, Demex, filiale di Renovalia Energy, Electricité de France (EDF), Eolicas del Sur, Zapotecas de Energia, Grupo Mar, Preneal, Ener green Power, stanno sottraendo terre comunali e distruggendo i luoghi sacri in tutta la regione, dove dal 2001 sono stati occupati in maniera illegale più di 32 mila ettari, dove hanno installato su terre comunali 1.600 generatori eolici a Juchitan ed Unión Hidalgo per i parchi eolici Biiyoxo e Piedra Larga I e II, attualmente l’assemblea dei comuneros di Unión Hidalgo si oppone all’espansione di questi parchi sui terreni comunali di Palmar, El Llano, sulle aree protette delle piantagioni a sud delle comunità Binizaa. Territorio difeso dai nostri compagni della Asamblea Popular del Pueblo Juchiteco, Asamblea de Pueblos Indígenas del Istmo de Tehuantepéc en Defensa de la Tierra y el Territorio (APIITDTT).
Nella stessa zona dell’Istmo, la regione di San Miguel Chimalapas e Santo Domingo Zanatepec, Oaxaca, è stata invasa da 3 concessioni minerarie rilasciate alla Cooperativa la Cruz Azul nel lotto minerario chiamato Chincuyal, alla Minera Cascabel nel lotto minerario Mar de Cobre ed alla Minera Zalamera nel lotto minerario Jackita, sussidiaria della Mina Orum Gold Corporation, che coprono una superficie di 7.310 ettari su terreni dei nostri popoli. Dove esiste un’invasione da parte del governo dello stato del Chiapas, di ricchi allevatori e dell’Esercito Messicano.
A nord dell’Istmo di Tehuantepec, a sud di Veracruz, il territorio Nahua Popoluca nella Sierra di Santa Martha, è minacciato da un progetto minerario che comprende tre concessioni chiamate La Morelense 1, La Morelense 2 e L’Ampliación che mette a rischio l’ambiente e l’integrità di questa zona indigena.
Specchio 6: Nelle comunità ñatho di San Francisco Xochicuautla e Huitzizilpan, così come in un’ampia frangia dell’Alto Lerma, Stato del Messico, l’impresa Autovan vuole costruire la strada privata Toluca-Naucalpan, distruggendo un totale di 23 chilometri di bosco, oltre alla costruzione di migliaia di case e campi da golf parte come del progetto chiamato Gran Reserva Santa Fé. Questo territorio è difeso dai nostri fratelli del Frente de Pueblos Indígenas en Defensa de la Madre Tierra.
Specchio 7: Nella comunità nahua di Tuxpan, Jalisco, su pressione dei malgoverni e degli investitori nazionali e stranieri, gli indigeni hanno dovuto affittare le terre ejidali ad imprese aguacateras transnazionali con sede in Michoacán, e sono depredati dalle serre di aziende straniere come Driscolt e Aguacates Los Tarascos, che hanno provocato un cambio climatico impedendo la pioggia.
Specchio 8: La comunità coca di Mezcala, Jalisco, soffre e continua a difendere il suo territorio contro l’impresario Guillermo Moreno Ibarra che ha invaso un podere nella zona forestale della comunità, e preserva il suo possesso e proprietà ancestrale sulla Isla Sagrada che i malgoverni considerano solo un affare milionario che si può mettere in vendita alle imprese turistiche straniere.
Specchio 9: In territorio Chinanteco, nello stato di Oaxaca, sono state imposte riserve ecologiche che sottraggono il controllo territoriale ai popoli, mentre contemporaneamente il malgoverno implementa progetti di distruzione e morte come la strada Tuxtepec-Huatulco ed il Corridoio Turistico Chinanteco.
Specchio 10: Nella Huexca, Morelos, zona nahua ad oriente dello stato, è stata imposta una delle due centrali Termoelettriche nella zona a rischio vulcanico, che fanno parte del Proyecto Integral Morelos, promosse dall’impresa Abengoa e dalla Commissione Federale di Elettricità, con l’appoggio dei tre livelli di governo, dell’Esercito Messicano e della polizia statale. Inoltre, come parte di questo progetto, si vuole costruire un acquedotto per l’estrazione dell’acqua dal fiume Cuautla, che colpirà 22 ejidos del municipio di Ayala.
Specchio 11: Ad Amilcingo e Jantetelco, ei Morelos, zona nahua ad oriente dello stato e nella regione nahua della Valle de Puebla, nelle comunità di San Geronimo Tecuanipan, San Lucas Atzala, San Andres Calpan, Santa María Zacatepec, San Lucas Tulcingo, Santa Isabel Cholula, San Felipe Xonacayucan, Santa Lucia Cosamaluapan, San Isidro Huilotepec, San Buenaventura Nealtican, San Juan Amecac ed altre comunità di Puebla e Tlaxcala si vuole costruire un gasdotto di 160 chilometri in zona a rischio vulcanico, anche questo come parte del Megaproyecto Integral Morelos, promosso dalla CFE, dalle imprese spagnole Elecnor, Enagas e dall’italiana Bonatti. Negli ultimi anni in tutte le comunità i tre livelli di governo hanno esercitato una repressione brutale.
Specchio12: A Tepoztlán, Morelos, appartenente al popolo nahua, si vuole spogliare la comunità non solo delle sue terre ma anche della biodiversità del suo territorio e della cultura millenaria con l’ampliamento dell’autostrada La Pera-Cuautla, per cui sono stati abbattuti alberi ancestrali e luoghi sacri presenti sul territorio da molte generazioni, permettendo con questo l’arrivo di imprese private e l’industrializzazione delle zone più ricche di risorse naturali dello stato di Morelos. La risposta dei malgoverni è stata una campagna di discredito contro i popoli originari per giustificare la spoliazione.
Specchio13: In territorio nahua della comunità di Ayotitlan, sulla Sierra di Manantlán nello stato di Jalisco, il saccheggio di due milioni di tonnellate di ferro e di legni preziosi con l’appoggio del crimine organizzato, è stato compiuto con omicidi e sparizioni di comuneros ed ejidatarios.
Specchio 14: Nella comunità nahua di Zacualpan, nello stato di Colima, in mesi scorsi un impresario di nome Verduzco, con la complicità del governo dello stato e della Procura Agraria, ha cercato di imporre una miniera di ferro, oro, argento e manganese sul Cerro Grande, nei cui boschi si produce la totalità delle acque che forniscono Colima e Villa di Alvarez; nello stesso tempo, sul Cerro Grande il governo promuove programmi di presunta conservazione ambientale, pretesto col quale ha spogliato la comunità delle sue acque comunali.
Specchio 15: La comunità di Cherán, Michoacán sulla meseta Purhépecha, ha subito la devastazione ed il furto di migliaia di ettari di boschi d parte di taglialegna legati alla criminalità organizzata in complicità col malgoverno, che hanno esercitato una violenza senza precedenti contro i comuneros, che esercitano il loro diritto ancestrale all’autodifesa del territorio nella cornice di autonomia e libera determinazione ed hanno realizzato il proprio modo di governo secondo gli usi e costumi.
Specchio 16: In territorio maya di Campeche, la spoliazione si maschera con l’affitto delle terre nelle comunità della regione dei Chenes da parte di gruppi chiamati menoniti, dove il malgoverno consegna loro denaro per rafforzare la sottrazione dei territori, oltre ad imporre la semina di coltivazioni transgeniche di soia.
Nel frattempo nelle regioni indigene della cosiddetta Riviera Maya sono stati accelerati processi di privatizzazione per progetti turistici nazionali e stranieri, così come la distruzione di innumerevoli luoghi sacri.
Il popolo Maya di Bacalar, nello stato di Quintana Roo, subisce l’imposizione di coltivazioni di soia transgenica da parte delle imprese Monsanto, Singenta e Pioneer con la complicità dei malgoverni, che mettono a rischio i suoi semi nativi, la salute e l’alimentazione come popolo originario.
Il Popolo Maya di Yucatan è minacciato da diversi megaprogetti come il parco eolico a Dzilam de Bravo, la semina di mais transgenico, il progetto del treno Transpeninsular e lo sviluppo immobiliare a beneficio solo di pochi impresari e politici corrotti.
Specchio 17: Nel villaggio Tzeltal di Chilón, Chiapas, è stata imposta la costruzione dell’autostrada San Cristóbal-Palenque sul territorio della comunità.
Specchio 18: La comunità nahua di San Pedro Tlanixco nello Stato del Messico, è stata spogliata delle sue sorgenti e delle acque del fiume Texcaltenco mediante concessioni a beneficio di ricchi impresari agroindustriali del municipio di Villa Guerrero, cosa che è costata la prigione per i suoi leader comunitari.
Specchio 19: Nello stato di Guerrero, nei municipi di Xochistlahuaca, Tlacoachistlahuaca, ed Ometepec, centinaia di comunità amuzgas, mixtecas e afrometicci, sono minacciati dalle opere di intubazione del fiume San Pedro per portarlo nella città di Ometepec, attentando al diritto basilare alla vita che abbiamo come popoli.
Specchio 20: La comunità nahua di Xoxocotla, del Ponente Sud di Morelos, in zone limitrofe al luogo sacro denominato Xochicalco è minacciata da un progetto minerario che comprende 7 concessioni in 3 municipi su una superficie di 15 mila ettari a Xoxocotla, Temixco, Xochitepec e Miacatlán, nelle comunità Tetlama, Alpuyeca, Coatetelco, La Toma, Xochicalco.
Specchio 21: Nel territorio Yaqui dello stato di Sonora, me mire sull’acqua del Fiume Yaqui sono state motivo di aggressioni storiche contro la tribù ed attualmente si vuole portare l’acqua verso la città di Hermosillo mediante l’acquedotto Independencia, a danno sia degli Yaqui, sia di centinaia di ettari della tribù mayo yoreme e degli agricoltori della Valle del Yaqui.
Specchio 22: Il popolo Náyeri, nello stato di Nayarit, è stato il guardiano storico del fiume San Pedro, dove si trova il suo sito sacro chiamato Muxa Tena, che oggi è minacciato dalla costruzione della diga Las Cruces.
Specchio 23: Nello stato di Sonora, con la costruzione della diga Los Pilares si distruggeranno i luoghi sacri del popolo Guarijío.
Specchio 24: Bachajón, Chiapas, popolo Tzeltal, è spogliato della sua terra, acqua e cultura dalla costruzione di complessi turistici nelle cascate di Agua Azul, oltre a strade e hotel, e con la repressione dei paramilitari.
Specchio 25: Il popolo Ch’ol di Xpujil, nello stato di Campeche, è stato sgomberato dal suo territorio per l’imposizione del decreto sulla Riserva della Biosfera di Calakmul che di fatto limita assolutamente l’accesso della comunità al proprio territorio.
Specchio 26: In territorio Nahua e Totonaco del Sierra Nord di Puebla, nei municipi di Tlatlaqui, Zacapoxtla, Cuetzalan, Zoquiapan, Xochiapulco e Tetela, Zautla, Ixtacamaxtitlán, Olintla, Aguacatlán, Tepatlán, Xochitlán, Zapotitlán, Zoquiapan e Libres, i progetti capitalisti di morte vogliono impadronirsi di ogni angolo del territorio attraverso l’estrazione a cielo aperto di minerali e centrali idroelettriche. Oggi il 18% del territorio della Sierra Nord di Puebla è in concessione ad imprese minerarie, poiché il governo ha rilasciato 103 concessioni alle imprese messicane Grupo Ferrominero, Industrias Peñoles e Grupo Frisco, ed alla canadese Almaden Minerals. D’altra parte esistono sei progetti idroelettrici che colpirebbero 12 fiumi su una superficie di 123 mila ettari ripartita in 18 municipi.
Specchio 27: Il territorio del popolo Kumiai ha subito invasioni di massa dovute al mancato riconoscimento, all’imposizione di ejidos ed all’attribuzione di beni nazionali nelle sue terre. Negli ultimi anni sono stati imposti progetti eolici sulle sue terre e nel territorio del popolo Kiliwa.
Specchio 28: La comunità di Nurío Michoacán nella meseta Purépecha, è stata spogliata della maggior parte del suo territorio da sentenze dettate dalle autorità agrarie dello Stato Messicano che hanno provocato numerosi morti per scontri tra comunità confinanti.
Specchio 29: Nelle comunità di Bochil, Jitotol e Pueblo Nuevo, appartenenti al popolo Tzotzil degli Altos, Chiapas, denunciano che esistono progetti di dighe che minacciano questo territorio.
Queste sono le spoliazioni che subiamo, che ci fanno essere in un’emergenza che attenta alla nostra vita ed oggi diciamo ai potenti, alle imprese ed ai malgoverni, capeggiati dal criminale capo supremo dei paramilitari Enrique Peña Nieto, che non ci arrendiamo, che non ci vendiamo e non tentenniamo.
La nostra memoria è viva perché noi siamo lei ed a lei dobbiamo e diciamo che non c’è miglior memoria che quella dei nostri popoli che oggi si riuniscono per guardarsi gli uni negli altri e la nostra lotta non finirà, perché se non ci hanno ammazzato in 520 anni di resistenza e ribellione non lo faranno né ora né mai, perché noi popoli di mais sappiamo che la milpa è collettiva e di colori diversi, così diversi che vogliamo dire una sola parola, ribelle ed anticapitalista, con coloro i quali sono fratelli della Sexta Nazionale ed Internazionale. Oggi come il mais, ci rinnoveremo nella decisione di costruire dal basso e a sinistra un mondo dove stanno molti mondi.
“IL CUORE DELLA NOSTRA MADRE TERRA VIVE NELLO SPIRITO DEI NOSTRI POPOLI”
ANDIÜMAATS NANGAJ IüT MEAWAN NÜTs KOS NEJ ÜÜCH IKOOTS MONAPAKÜY (LENGUA OMBEAYETS/IKOOT)
NA MA JOIIY RA PUIY Y RA VENI GUI JIINI (OTOMÍ)
LADXIDO GUIDXILAYU NABAANI LU XQUENDA CA GUIDXI XTINU (LENGUA DIIDXAZA/BINNIZA)
I PUJUK’AL LAK´ÑA LUM KUXUL TYI CHULRL LAK LUMALO’ (CHOL)
TE YO TALN TEJ NANATIL LUM CUXUL SOL XCHULEL TEJ LUMALTIC (TZELTAL)
LI YOON JMETIK BALUMILÉ KUXUL XCHULEL TAJ TEKLUMALTIK (TZOTZIL)
JAS J’UJOL JAJ NANTIK LU’UM ZAK’AN JAB’AYALTZIL JAJ CHONA B’LLTIK (TOJOLABAL)
IN YOLOTL TO TLALTICPAC NEMI IEKAUILKOPA TO ALTEPEUAN (NAHUA)
TA TEI YURIENAKA IYARIEYA TAKIEKARIPA YEYEIKA (WIXARIKA)
U KUXTAL K-LÚUMIL TÍAN TI U YÓOL LE KÁAJILO’OB. (MAYA PENINSULAR)
JUCHARI MINTSÏTA P’ARHAKPINIRHU IREKASÏNI TSÏPIKUANIRHU JUCHARI IRETA (LENGUA PURE/P’URHEPECHA)
TU TLAL UI NANA IYULO ISTOK I TUNAL PAN CHINANKOME (NAHUA)
XNAKU KIN TSEKAN TIYAT STAKGNAMA CHI KGALHI LISTAKGNI NAK KIN PULATAMANKAN (TOTONACO)
BI MAMA NAX BI TZOKOY JEJPA NETZANKUYJO BI KOXEN KUMKUYDE KAY JENAN (ZOQUE)
UU JIAPSI Y iiTOM AYEE VUIAPO ITOM JIPSICO JIAPSA ITOM PUEBLOMPO (MAYO YOREME)
NA’ T’SATS´OOM TYUAA MAYA NA’ M´AA NAQUII´ NTAAYA JA NA NNA NCUEE (ÑOMDAA/AMUZGO)
Dalla Realidad Zapatista, Agosto 2014
PER LA RICOSTITUZIONE INTEGRALE DEI NOSTRI POPOLI
MAI PIÙ UN MESSICO SENZA DI NOI!
CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO
ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
da Radio Zapatista: http://radiozapatista.org/?p=10375