INTERVISTA A PACO IGNACIO TAIBO II SU CNTE E MESSICO (italiano y espanol)

Abbiamo intervistato Paco Ignacio Taibo II per parlare con lui della lotta dei maestri della CNTE. Parti dell’intervista le potrete ascoltare su Radio Popolare e Radio Onda d’Urto nei prossimi giorni.

Despues la version en italiano esta la version en espanol.

Cosa pensi della lotta del Coordinamento Nazionale dei Lavoratori dell’Educazione contro la riforma dellistruzione del governo di Peña Nieto?

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Paco Ignacio Taibo IIGuarda, questa è una lotta lunga, molto lunga, che nel corso dell’ultimo anno e mezzo, è diventata sempre più tesa, nella misura in cui il governo tenta di imporre, sotto la copertura di una riforma scolastica, una riforma burocratico-lavorativa per reprimere il magistero. Un settore che non è mai riuscito a controllare. In risposta, il magistero ha unito settori sempre più importanti tra gli insegnanti di tutto il paese e si sta confrontando, di fronte ad una chiusura assoluta,con  il governo che si rifiuta di dialogare sulla “riforma”, quella che sta cercando di imporre. Il governo sta rendendo la situazione sempre più tesa, ci sono state rappresaglie, licenziamenti, minacce, l’arresto di alcuni leader sindacali degli insegnanti, fino ad arrivare all’attacco della polizia contro la popolazione di Nochixtlán, e altre comunità nella vicinanza, che stavano bloccando l’accesso alla capitale dello stato di Oaxaca. Il governo ha dato ordine di sparare su manifestanti, su organizzazioni magisteriali e popolari che stavano facendo i blocchi stradali.

In questo senso, ci troviamo di fronte al delirio del governo neoliberale di Peña Nieto che cerca di imporre delle riforme che, come le altre realizzate negli ultimi tre anni, quella energetica, la legge sulle spiagge, la legge del lavoro, ecc ecc stanno tagliando in modo brutale i diritti acquisiti, nel corso degli anni, dal popolo di questo paese.

Ricordi un fatto, come quel che è successo a Oaxaca domenica, dove la polizia, dopo poche ore, ha detto ai media che sì che avevano armi da fuoco e che spararono?

Paco Ignacio Taibo II – È che questa storia è ridicola. Non esiste una singola fotografia di manifestanti con armi da fuoco. Tutte le fotografie registrano la presenza di poliziotti armati sparando. La battaglia è durata sei ore! Di cosa stanno parlando? C’è stato un ordine, che viene dall’alto dell’apparato statale messicano, di sparare sulla popolazione.

Si certo, io chiedevo se ricordi episodi in cui la polizia ha dovuto dire che davvero ha usato le armi

Questa è come tutte le altre notizie, viene prodotta una narrazione non ufficiale che poco a poco grazie a sempre più testimonianze e prove foto e video dimostra he la versione ufficiale è, come al solito, falsa.

La scuola pubblica, in Messico, è pubblica, laica e gratuita, no?

Paco Ignacio Taibo II Così è e così vogliamo che rimanga.

Pensi che Peña Nieto, con la sua idea neoliberale, dietro alla mal celata riforma scolastica, nasconda l’idea di distruggere la scuola pubblica?

Paco Ignacio Taibo IISì, più che l’idea di distruggere la scuola pubblica, l’idea è quella di tagliare alcuni dei progressi fondamentali della scuola pubblica. In particolare, l’offensiva è contro leducazione contadina. Pensa che la maggior parte dei maestri di Oaxaca che fanno parte del movimento, sono maestri indigeni e che insegnano nelle comunità a gruppi integrati. Vale a dire, insegnano in classi dove ci sono bambini dai dodici ai sei anni, che devono percorrere chilometri per raggiungere le scuole e che, in molti casi, sono bilingue, parlano mixteco o zapoteco oltre a parlare spagnolo. La lotta contro questo modello di educazione indigena, che è nato a partire dal cardinismo negli anni ’30, è brutale. Il governo non ha alcun interesse a proteggere le scuole normali rurali. L’offensiva contro quella di Ayotzinapa ne è un paradgima. La volontà è rompere la ciclicità: giovani partono da una piccola comunità, vengono istruiti gratuitamente per tre anni nelle normali rurali, e po tornano alla comunità come professori.

Questo, all’apparato statale non interessa ed è una parte dell’offensiva generale. Parallelamente, c’è una forte pressione, da parte di gruppi aziendali, per dare maggiore spazio allistruzione privata. Questa pressione si fa sentire molto di più sulle scuole superiori. Il governo si è preso gioco della lotta in difesa della scuola pubblica. Infatti una parte del denaro destinato a finanziare l’istruzione superiore è stato reindirizzato all’istruzione privata grazie al meccanismo degli airbags. C’è un aggressione contro l’istruzione pubblica, dai livelli dell’insegnamento di base, che sono quelli che oggi sono maggiormante in lotta, fino ad arriva all’istruzione superiore e quindi universitaria.

In Italia sembra che questa riforma sia solo un modo per trasformare il lavoro all’interno della scuola pubblica.

Paco Ignacio Taibo IISì, la riforma è una riforma che non ha elementi educativi, che non discute della qualità delle scuole, che non parla di programmi di educazione, che non parla di libri gratis. Si tratta di una riforma burocratica, che crea un apparato burocratico che controlla gli insegnanti.

Con il governo di Peña Nieto, il Messico sembra un luogo meno sicuro di prima. C’è più violenza, più repressione da parte della polizia o è solo un’impressione, perché siamo lontani?

Paco Ignacio Taibo IILa sicurezza è una cosa e la tensione sociale è unaltra. Non vi è dubbio che le riforme imposte dal governo di Peña Nieto abbiano creato un livello di tensione sempre maggiore. Ieri, nell’accampamento dei maestri in sciopero a Città del Messico, veniva annunciato lo sciopero nazionale delle infermiere e degli infermieri visto chela riforma” sta cercando di distruggere la certificazione professionale di infermieri e infermiere, nell’apparato della sicurezza sociale che copre tutto il paese. È in arrivo una riforma, con aumenti delle tasse per le classi medie, basse e per le classi popolari nel settore commerciale. C’è il disastro della riforma energetica che ha derubato i messicani della proprietà petrolifera. Stanno dunque rendendo la situazione sempre più tesa, in nome di un progetto neoliberale, che applicano come se fosse la loro bibbia.

Pensi che ci sia una rete, una continuità tra la lotta per i 43 di Ayotzinapa e per le maestre e i maestri della CNTE?

Paco Ignacio Taibo II – Senza dubbio. Inoltre, non solo sono solo in rete, ma sono anche legati come lo sono tutti quei conflitti che hanno a che fare con l’imposizione e l’opposizione al progetto neoliberale che, in Messico, è evidente. Il neoliberalismo non è solo cedere parte delle proprietà nazionale ai privati, ma è anche un meccanismo di corruzione virulento.

Oggi ho letto che il ministro degli interni messicano pensa che adesso sì che può incontrarsi con la CNTE, domani, mercoledì 22 giugno. Pensi che questo sia in qualche modo positivo?

Paco Ignacio Taibo II – Guarda, il punto è questo: avevano rifiutato, per due settimane, qualsiasi forma di dialogo. E adesso, spaventati dalla brutalità della repressione – perché è brutale! Ci sono centinaia di feriti compadre! Ci sono centinaia di feriti, otto morti già calcolati, bambini scomparsi, quasi trenta persone scomparse in sei comunità, stato d’assedio nella città di Oaxaca, elicotteri sorvolano le città, pattuglie della polizia percorrono le strade e decretano lo stato d’assedio, che è illegale perché, se non c’è stato di guerra, non si può imporre lo stato d’assedio – quindi c’è uno stato con un’effervescenza tremenda, ma ci sono mobilitazioni praticamente nella metà del paese. Quindi, adesso spaventato dalla sua stessa brutalità, lo stato messicano  annuncia che si è il momento che si apra il dialogo.

Grazie mille.

Qué piensas de la lucha de la Coordinadora Nacional de Trabajadores de la Educación contra la reforma educativa del gobierno Peña Nieto?

Paco Ignacio Taibo II – Mira, esta es una lucha larga, muy larga que, en el último año y medio, ha cobrado una forma cada vez más tensa, en la medida en que el gobierno intenta imponer, bajo la cobertura de una reforma educativa, una reforma burocrático-laboral para reprimir al magisterio, que es un sector al que nunca ha podido acabar de controlar. En respuesta, el magisterio ha estado sumando sectores cada vez más importantes de los maestros de todo el país y confrontando, ante una cerrazón absoluta, el gobierno que se niega a dialogar sobre su reforma, que está intentando imponer. Lo ha conseguido tensando cada vez más, ha habido represalias, despidos, amenazas, detención de algunos dirigentes magisteriales, hasta llegar al caso del ataque policiaco contra la población de Nochixtlán y otras poblaciones en la zona de acceso a la ciudad de Oaxaca, donde el gobierno dio la orden de disparar contra los manifestantes y las organizaciones magisteriales y populares que estaban haciendo los bloqueos de carreteras.

En ese sentido, nos encontramos ante el delirio del gobierno neoliberal de Peña Nieto, tratando de imponer unas reformas que, al igual que las otras reformas que han implementado en estos años: la energética, la ley de playa, la ley laboral, van recortando de una manera brutal los derechos adquiridos, a lo largo de los años, por el pueblo en este país.

Tienes memoria de un hecho, como lo que pasó en Oaxaca el día de domingo, donde la policía, después de muy pocas horas, ha dicho en los medios que sí, que tenían armas de fuego y qué sí que dispararon?

Paco Ignacio Taibo II – Es que es ridícula la historia. No hay una sola fotografia de manifestantes con armas de fuego. Todas las fotografías registran la presencia de policías armados disparando. La batalla dura seis horas? De qué están hablando? Hay una orden, y viene de arriba del aparato estatal mexicano, de disparar contra la población.

Esta es como todas las informaciones, se va produciendo una definición por goteo, donde cada vez van apareciendo más y más y más testimonios y pruebas de que la versión oficial es, como casi siempre, falsa.

La escuela pública en México es pública, laica y gratuita, no?

Paco Ignacio Taibo II – Así es y así queremos que siga siendo.

Peña Nieto, con la idea neoliberal que tiene, piensas que atrás de la mal celada reforma educativa, está la idea de destruir la escuela pública?

Paco Ignacio Taibo II – Sí, más que la idea de destruir la escuela pública, la idea es recortar algunos de los avances fundamentales de la escuela pública. En particular, la ofensiva contra la educación campesina. Piensa que la mayoría de los maestros de Oaxaca que están en el movimiento, son maestros indígenas y que dan clases en comunidades a grupos integrados. O sea, dan clases en salones donde hay niños desde los doce hasta los seis años, que tienen que recorrer kilómetros para llegar a las escuelas y, en muchos casos, son bilingües, hablan mixteco o zapoteco además de hablar en español. La lucha contra este modelo de educación indígena, que se desarrolla desde el cardenismo en los años 30, es brutal, no tiene ningún interés en seguir protegiendo a las escuelas normales, rurales contra una ofensiva como la de Ayotzinapa, que generaban una especie de dinámica, pequeña comunidad, maestros de la comunidad educados gratuitamente durante tres años, que volvían a la comunidad como profesores.

Esto, al aparato del estado le importa un bledo y forma parte de la general ofensiva. En paralelo, hay una fuerte presión, de parte de grupos empresariales, para aumentar el espacio de la educación privada. Esta presión se siente mucho más en la escuela superior, el gobierno ha estado sonriendo ante estas iniciativas. Una parte del dinero que llega destinado a los fondos de la educación superior ha sido redestinado a la educación privada por el mecanismo de airbags. Hay toda una agresión a la educación pública, desde los niveles de la enseñanza básica, que son los que están en el gran conflicto, hasta la educación superior.

Desde Italia parece que esta reforma tiene sólo un sentido de transformar el trabajo dentro de la escuela pública.

Paco Ignacio Taibo II – Sí, la reforma es una reforma que no tiene elementos educativos, no discute la calidad de las escuelas, no habla de los programas de educación no habla del texto gratuito, es una reforma burocrática, que crea un aparato burocrático controlador de los maestros.

Con el gobierno Peña Nieto, ahora México parece un lugar menos seguro que antes. Hay más violencia, más represión policiaca o es sólo una visión porque estamos muy lejos?

Paco Ignacio Taibo II – La seguridad es una cosa y la tensión social es otra. No hay duda de que las reformas impuestas por el gobierno Peña Nieto han estado creando un nivel de tensión cada vez más grande. Ayer, en el campamento de los maestros en huelga en la Ciudad de México, se anunciaba un paro, nacional de enfermeras y enfermeros porque la reforma está intentando destruir la certificación profesional de los enfermeros y de las enfermeras, en el aparato de la seguridad social que cubre todo el país. Hay una reforma en camino, con aumentos de impuestos a las clases medias, bajas y a las clases populares en el sector comercial. Tenemos el desastre de la reforma energética que le robó a los mexicanos la propiedad del petróleo. Entonces están tensando y tensando, en nombre de un proyecto neoliberal, que aplican como si fuera su biblia.

Piensas que hay una red, una continuidad entre la lucha por los 43 de Ayotzinapa y esta de los maestros y maestras de la CNTE?

Paco Ignacio Taibo II – Sin duda. Y, además, no sólo están vinculadas, sino que además están vinculadas a todos estos conflictos que tienen que ver con la imposición del proyecto neoliberal que, en México, además, se da de una manera muy clara. El neoliberalismo no sólo es el ceder parte de la propiedad nacional a lo privado, también es un mecanismo de corrupción virulento.

Hoy leí que el ministro del interior de México pensó que, ahora sí, se puede encontrar la CNTE en el día de mañana, miércoles 22 de junio. Piensas que esto tiene alguna parte de positividad?

Paco Ignacio Taibo II – Mira, el asunto es el siguiente: se habían venido negando, durante dos semanas, a ninguna forma de diálogo. Y ahora, asustados por la brutalidad de la represión – porque es brutal! Hay cientos de heridos compadre! Hay cientos de heridos, ocho muertos ya calculados, niños desaparecidos, cerca de treinta personas desaparecidas en seis comunidades, estado de sitio en la ciudad de Oaxaca, helicópteros sobrevolando las poblaciones, patrullas de la policía recorriendo y decretando estado de sitio, que es ilegal, porque si no hay estado de guerra, no pueden imponer estado de sitio – entonces tienes un estado con efervescencia tremenda, pero tienes movilizaciones prácticamente en la mitad del país. Entonces, ante eso y espantados de su propia brutalidad, el estado mexicano ahora sí, anuncia que abre diálogo.

Muchas gracias.