Il nostro primo giorno a Città del Messico lo abbiamo passato andando nella zona est della città per incontrare l’esperienza dell’Organizacion Popular Francisco Villa Indipendente (OPFVI). Siamo stati alla Polvorilla. Un luogo incredibile, una comunità di circa 3000 persone che aspira alla totale autonomia dallo stato messicano. Una comunità socialista di tradizione marxista/leninista che però non tenta in alcun modo di riprodurre un sistema già esistente. Non prova perciò a replicare esperienze vincenti in alcune zone del mondo, ma confrontandosi con altre forme di lotta, tenta di costruire la propria idea di “socialismo”.
Un work in progress costante che, con assemblee e la continua messa a verifica dell’organizzazione e della vita della comunità, sta costruendo mattone dopo mattone una vera e propria società alternativa. L’autorganizzazione della Polvorilla permette di fruire di acqua ed elettricità in maniera indipendente. A breve sarà inaugurata una scuola preparatoria totalmente autonoma ma allo stesso tempo capace di fornire attestati riconosciuti dallo stato messicano. Una scuola sì autonoma, ma a disposizione di chiunque voglia andarci. Persino la giustizia è indipendente.
Come la Polvorilla, l’Organizacion Popular Francisco Villa Indipendiente organizza altre sette comunità nella città. Ed altre nasceranno. La vita comunitaria di tutte queste si basa sulla presenza di 7 commissioni (salute, cultura, informazione, sicurezza, agricoltura urbana, vigilanza, gestione) che rispondono alle molteplici problematiche e necessità di chi vive al suo interno. Tra tutte la Polvorilla è l’esperienza più grande e articolata. Oltre alla scuola preparatoria a breve nascerà anche un clinica.
Anche le abitazioni sono gestite comunitariamente. La OPFVI nasce nel 1985. La Polvorilla è stata costruita in 20 anni (il 21 maggio 2016 sarà il “compleanno”), sopra un campo prima occupato e poi comprato a basso prezzo, grazie ad un prestito ottenuto dallo stato e che OPFVI ha deciso di restituire fuori dalle tempistiche del prestito ma secondo quelle della legge sugli affitti. Infatti esiste una legge, qua in Messico, secondo la quale nessuno dovrebbe mai pagare per l’affitto più del 15% del proprio salario. Questa legge però non viene in alcun modo fatta attuare realmente tranne che nelle comunità del OPFVI.
Quindi a ciascun compagno viene chiesto di saldare il proprio debito proprio in questi termini, dando alla comunità solo il 15% del proprio salario. Non si pone così il problema di saldare il debito contratto ma di dare a ciascuna persona che qui vive uno spazio di vita degna e un futuro possibile. Lo stesso concetto di proprietà privata viene messo in discussione: le case sono di proprietà collettiva.
Semplicemente ogni famiglia gode dell’utilizzo dell’abitazione.
Insomma oggi abbiamo visitato un luogo nel quale le utopie sono meno utopie. Nel quale tutto sembra possibile, che non vuol dire facile, tantomeno scontato.
OPFVI pratica autonomia all’interno della metropoli partendo dalla necessità di una casa.
Il lavoro comunitario e continuo dell’organizzazione fa si che, dopo aver dato risposta alla necessità abitativa, si risponda assieme alle domande che ci si pone per vivere una vita dignitosa in tutti i suoi aspetti. Vite dunque diverse da quelle che il capitalismo concede.